Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

venerdì 19 febbraio 2010

Benvenuti sull'albero

Il progetto dei Baroni Rampanti nasce qualche anno fa dalla voglia di pochi amici -allora adolescenti- di creare un ambito di riflessione libero, che fosse in qualche modo uno spazio dove sviluppare ed elaborare le proprie idee sulla società. Tutt'ora riteniamo che uno spazio di confronto aperto a questo livello sia necessario, per poter leggere una realtà spesso difficile da interpretare. Per questo apriamo un blog.


Chiavi di lettura
Il punto da cui partiamo è la complessità. Le scoperte scientifiche degli ultimi 150 anni mostrano che persino la Terra su cui viviamo è un sistema complesso: anzi, essa è formata dall'integrazione di numerosi sistemi, al loro interno estremamente complessi. Allo stesso modo è complessa la storia di questi ultimi 150 anni, che sono stati ricchi di contraddizioni e di lacerazioni, sia interiori che storiche e sociali. Tali contraddizioni hanno portato profonde ferite accanto a illuminanti intuizioni, sulle quali molto si è detto, ma molto ancora c'è da dire e da comprendere.
Eppure ancora si assiste (soprattutto in Italia, ma non solo) a forti tentativi di ridurre la complessità degli eventi e di ingabbiarli in categorie stantie e banali, spesso con intenti consumistici.
Al contrario noi crediamo che senza l'assunto della complessità, qualsiasi tentativo di lettura critica della storia (o anche di piccole vicende) è destinato a fallire. Ciò che vogliamo presentare è uno spazio di confronto -profondo, ma non categorico-, che prenda le distanze dalla mentalità riduzionista e banalizzante proposta alla grande massa, e possa rappresentare, nel suo piccolo, un cambio di logica.


Un po' di storia... la nostra!
La scelta del nome non è casuale, né metaforica: i primi confronti sono nati una notte d'estate, proprio in cima ad un un pero selvatico!
Da quel momento, il parallelo con lo splendido romanzo di Italo Calvino è sorto quasi da solo, perché anche noi, come il barone Cosimo Piovasco di Rondò, ci sentivamo a disagio immersi nelle logiche di potere e di consumo di cui, ci accorgevamo, il mondo, e anche noi stessi, eravamo impregnati. Avevamo bisogno di "purificarci" di andare oltre, di non soccombere a queste logiche. Allora abbiamo scelto di staccarci da terra; di avere un punto di osservazione privilegiato, dal quale poter scendere e sul quale rifugiarsi e ritrovarsi, di tanto in tanto.
Arrampicarsi su un albero ci dava l'euforia di una libertà ritrovata e di una superiorità rispetto all'ambiente circostante. Tuttavia ben presto ci siamo accorti di quanto queste sensazioni fossero effimere, se non addirittura illusorie, se coltivate con lo spirito infantile di chi vuole semplicemente scappare dal mondo. La nostra avventura prende le mosse dalla sfida di una libertà che non sia fuga.
L'invenzione del simbolo e del motto (in latino, perché ci piaceva di più!) spiega la contraddizione che sentiamo tra la voglia arrampicarci sugli alberi e la consapevolezza che la libertà non è star sopra un albero (Libertas non est super arborem morari), come dice Giorgio Gaber nella canzone “La libertà.
A distanza di anni, per noi salire sull'albero significa ancora cercare una nostra autonomia di pensiero e di sensibilità; non più, quindi, come una ribellione adolescenziale, bensì come una piattaforma di confronto, anche e sopratutto con chi ha una visione diversa dalla nostra.
Con questo blog offriamo a chiunque desideri l'opportunità di salire sull'albero per parlare con noi.
A presto!

1 commento:

  1. Gentili "Baroni Rampanti",
    ho trovato per caso su goggle il vostro blog. Non sono uso a cercare il nome del mio per vederne confermata l'esistenza, dunque mi sono stupito nel trovare un mio omologo alla porta esattamente opposta d'Italia.
    Se ho capito bene siete friulani. Un motivo ci deve essere se, in posti diversi, qualcuno improvvisamente diventa un barone rampante.
    Però, almeno, potevate avvertirmi, non mi risulta sia stato fatto. (Non ho pretese sul dominio e nemmeno di esclusiva, ma solo una certa netquette)
    Spero che, con i nostri post, potremo in qualche modo rispettare il nome di Italo Calvino che detiene i diritti intellettuali del nostro nome. (Qui a Sanremo di Calvino non si parla mai abbastanza, anzi. Nemo propheta in patria est).
    Buon lavoro

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