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venerdì 29 ottobre 2010

Una teoria solo presunta

È uscito l'ultimo numero della rivista MicroMega e, come succede una volta l'anno, è dedicato ad argomenti scientifici. Sulla rivista scrivono nomi illustri di scienziati italiani ed internazionali e, come di consueto, gli editoriali sono rivolti a dimostrare la falsità e l'assurdità dell'idea del Creazionismo, che troppo ormai pervade gli ambiti accademici ed educativi, non solo in Italia. Effettivamente, l'idea creazionista è talmente assurda e pazzesca, dal punto di vista scientifico e teologico, che non meriterebbe neanche più di essere menzionata. Allora perché ogni anno illuminati scienziati sprecano fiumi d'inchiostro a smontare una costruzione che già da sola non sta in piedi? Perché chi contesta il Darwinismo deve essere considerato tout court un creazionista e non, per esempio, un sostenitore della Teoria degli Equilibri Punteggiati? Perché continuare nei fatti a mettere sullo stesso piano Evoluzionismo e Creazionismo, come vogliono i creazionisti? La mia personalissima risposta è che parlare di Dio aumenta le vendite!




Il Creazionismo è un'idea nata in Europa, in opposizione al Darwinismo. Da qui è emigrata in America, dove le aree religiose (cristiani ed ebrei soprattutto) controllavano un'ampia fetta di opinione pubblica e se la contendevano a colpi di popolarità, un po' come in uno show televisivo. Il potere di questi gruppi è ancora così forte che l'idea è tornata in auge. A confronto, le ingerenze del “nostro” Vaticano fanno quasi ridere!
I motivi di contrasto all'Evoluzione sono che essa esclude dalla Storia dell'Uomo la necessità di Dio, mentre la rivoluzione darwiniana ha riportato al centro dello studio naturale l'impostazione laica e scientifica. Se da un lato il buonismo religioso vedeva la Natura come un dono di Dio, dall'altro, si verificava nei fatti l'esistenza di una Natura che favoriva la nascita di molti più cuccioli di quanti ne potessero sopravvivere e faceva della morte differenziale il suo strumento. Questo pensiero è andato ad alimentare due correnti importanti che nascevano e si sviluppavano a cavallo tra XIX e XX secolo: il Materialismo Dialettico (che trovava appoggio per propagandare la lotta di classe) ed il Razzismo (supportato dal cosiddetto Darwinismo sociale). Perciò da subito il dibattito scientifico si è confuso con qualcos'altro, diventando alibi per una scelta di campo. È chiaro, però, che a Darwin interessasse soltanto spiegare in maniera nuova e verosimile il funzionamento del sistema Vita, osservando la Biosfera in maniera finalmente laica. La portata della sua scoperta è paragonabile a quella di Kepler, Newton, Galilei ed Einstein: perciò chiunque al giorno d'oggi si proclami scienziato (ancorché credente) non può più negare l'Evoluzione.
Chi si dice scienziato creazionista, pretendendo di dimostrare l'esistenza di una Forza Generatrice trascendente all'origine dell'Universo, compie un ossimoro scientifico ed un illecito teologico. In risposta a queste persone coltissimi e stimati scienziati del calibro di R. Dawkins e P. Odifreddi hanno facilmente dimostrato l'inesistenza di Dio, con prove molto più convincenti di chi vorrebbe dimostrare l'inesistenza dell'Evoluzione! Chi si occupa (come il sottoscritto) di Scienza e Didattica delle Scienze sarebbe anche soddisfatto così.
Eppure già Gaber l'aveva capito: “Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio”. Infatti, una volta dimostrata l'assurdità del Creazionismo, la pericolosità delle religioni (sopra tutte quella cristiana) e l'inesistenza di Dio, si inizia ad intaccare il sentimento stesso della fede: come si volesse profanare il cadavere di Dio dopo averlo ucciso; ma Dio, se esiste non muore, se non esiste non si può uccidere! Forse è un tentativo di recuperare quella scintilla divina ormai perduta; ma la Scienza, per sua natura, non la può né vuole avere. Essa vive del dubbio e della sperimentazione, mentre è la religione a vivere del dogma e della contemplazione: i due inconciliabili Pilastri del Tempo!
Dedico la conclusione al secondo articolo di MicroMega di ottobre (di E.C. Scott), che rischia di smontare con una parola sbagliata tutto lo sforzo di chi promuove realmente, con la Ricerca e la Didattica, l'idea dell'Evoluzione: il Creazionismo non è una teoria. Chi gli dà questo nome lo pone sullo stesso piano dell'Evoluzionismo, ignorando che, semplicemente, non è così.

1 commento:

  1. Il creazionismo è una noiosissima banalizzazione del testo biblico, che rappresenta una visione sapienziale distillata nei secoli e che si propone di attribuire un significato alla natura e all'umanità più che di indagarne le origini.
    D'altra parte Hawkins e Odifreddi idelizzano un po' troppo la scienza e dimenticano, per esempio, che il Manifesto della razza (base teorica delle leggi razziali) fu sottoscritto da qualcosa come 190 scienziati...

    monna lisa

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