Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

martedì 24 maggio 2011

:( :)


Che vita di merda!
Ci mancava solo che quello che credevo fosse l'amore della mia vita se ne andasse. Ora sto qui a deprimermi tutti i giorni pensando a lei, a chissà cosa starà facendo, al fatto che presto troverà qualcuno che preferirà a me, eccetera eccetera. Mentre io non riesco che a pensare a lei, al fatto che mai più riuscirò a provare delle cose così intense e così belle come lo è stato con lei, a vivere momenti così magici, in cui sembra che tutto il resto sia solo un'aggiunta al regalo più grande che la vita ti ha fatto donandoti l'amore di una persona così speciale, eccetera eccetera. Ma poi tutto finisce così in fretta, e quello che si è vissuto sembra tutto un inganno, qualcosa che non può essere stato quello che chiamano amore; ti lascia dentro solo una sensazione di assurdità, di incredulità, di...bho! Non so...di qualcosa di indefinibile, di indefinibilmente brutto, da non voler ripetere assolutamente mai più, perché di fronte a tutto questo non ne vale proprio la pena.

L'unica via di scampo, ti suggeriscono, è distrarsi. E dai! Forza! Proviamoci! Sì, prendi il libro e studia! Già perché nel frattempo devo riuscire anche a preparare l'esame di stato, così dal prossimo anno potrò pagare annualmente non so quanti cazzo di euro ad una mafia in colletto bianco perché mi concedano di poter lavorare. E poi studio..che mi studio si poi me dice male e mi capita la domanda assurda? Tipo: come fa ad essere già finito un amore così grande e bello (sempre che di amore si sia trattato)? Come fai a rispondere? Non c'è scritto su nessun cazzo di libro!
Allora proviamo a consolarci con il lavoro. Sì come no. Sono sei anni, e dico sei, che faccio lo stesso lavoro, e non è mai cambiato nulla: contratto, “stipendio”, qualche riconoscimento professionale...nulla nulla! E poi è un lavoro faticoso, che ti coinvolge in tutta la persona, nel cervello e nel cuore, alle volte inutile, dove quando ti sembra che si sia fatto un passo avanti, subito dopo se ne fanno dodicimila indietro. Pochissime soddisfazioni e senso di solitudine, di lottare contro i mulini a vento.
Sì, ci sono gli amici e le amiche, meno male che ci sono loro. Ma per vederli/e e fare tutto il resto, dov'è il tempo per dormire? Purtroppo è una domanda retorica, e il risultato è che studio lavoro e faccio vita sociale parallelamente alla mia trasformazione in uno zombie romeriano, che se va avanti così tra un po' avrà anche sete di sangue.
E lei se ne è andata.
Vale dunque la pena vivere per questo?


Minchia che vita!
La persona che amavo ha deciso di prendere una strada che non procederà più insieme alla mia. Brutto colpo. Ma io sono ancora qui, sulla mia strada, che non so dove mi porterà; e ho il brivido dell'incognito, l'eccitazione di guardare attraverso tutte le porte che ora mi si apriranno d'avanti. Certo in testa ho ancora lei, i ricordi dei momenti belli e intensi passati insieme, così magici che rimarranno per sempre dentro di me, e per i quali non smetterò mai di ringraziare la vita di avermene fatto dono. Si è trattato di amore? Non saprei. Ma credo sia inutile farne una questione di etichetta e di definizioni. E poi ora è finita e devo cercare di pensare a ciò che di bello mi ha lasciato questa storia: l'estatica sensazione di sentirsi amato, la scoperta di sapere e potere amare, e la voglia che quanto di bello c'è stato possa ripetersi ancora, con lei o senza di lei.
Tra l'altro ora sto anche studiando per l'esame di stato, ultimo sforzo rimasto per concludere la mia formazione universitaria, ultimo passo che finalmente mi proietterà sul serio nel mondo della professione che mi sono scelto per la vita e per la quale mi sono sbattuto tutti questi anni. Altre strade nuove che si aprono davanti a me. Certo non è detto che lo passi. Mi potrebbe capitare anche la domanda sulla quale non sono preparato. Ma, come in amore, se ti va male una volta, non è detto che debba andarti male sempre no?
E poi in verità un po' già lavoro. Certo non è il lavoro della mia vita, ma lo faccio da tempo, e credo di essere diventato anche abbastanza bravo. C'è da dire che le condizioni contrattuali e il compenso non sono un granché, ma al giorno d'oggi credo di potermi anche ritenere fortunato di lavorare da sei anni consecutivi. Tra l'altro è un lavoro non certo noioso, che ti coinvolge in tutta la persona, nel cervello e nel cuore; difficile molto, ma stimolante, in cui per fare qualche passo avanti ci vuole uno sforzo enorme, ma quando accade la soddisfazione è immensa, anche perché l'hai ottenuto praticamente quasi da solo.
E poi ci sono gli amici e le amiche, il fiore all'occhiello della mia vita. Per vederli/e spesso rinuncio anche a preziose ore di sonno che poi mi si abbattono addosso come macigni. Ma se non soccombo è per loro e per merito loro, perché se so che devo vederli/e, mi rianimo e niente mi può più fermare.
E' vero lei se ne è andata e fa male...ma tutto il resto rimane. E tante cose ancora dovranno accadere in questa mia vita, che a volte spero non finisca mai.

PS Questo testo è un puro e semplice esercizio di stile di scrittura; perciò, nei limiti in cui ogni scritto è sempre ispirato a qualcosa di conosciuto, ogni riferimento a fatti, persone e sentimenti realmente accaduti, conosciute e provati, è abbastanza casuale.

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