Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

sabato 11 agosto 2012

Lettera aperta ad Alex Schwazer

Caro Alex,
sono un insegnante quasi tuo coetaneo (ho tre anni più di te). Non sono molti anni che insegno, ma è parecchio che ho a che fare con ragazzi di varie età. Pur in pochi anni di insegnamento, ho visto spesso studenti in crisi perché più concentrati a soddisfare le aspettative di altri, piuttosto che occuparsi di ciò che amavano veramente. Per molti di loro, ogni piccolo fallimento era insopportabile, soprattutto se abituati a risultati alti. Mi ha sorpreso ascoltare nelle tue parole la stessa fatica che vedo nei miei studenti nel sopportare le aspettative: per loro sono i voti, per te è stata la tua medaglia straordinaria. Mi ha anche molto colpito la tua sofferenza per essere ricordato più per la tua ragazza che non per le tue doti. Per quanto possa contare, quando ho sentito quest'anno il tuo nome, non ho avuto difficoltà a ricordare la tua impresa, mentre avrei avuto più difficoltà a collocarti come "il fidanzato di...". 
 


Sai, durante il mio lavoro mi trovo spesso ad avere davanti ragazzi stressati dall'ansia di prestazione o angosciati da mezzo voto. Il dato è preoccupante perché mi riferisco a ragazzi di scuola media. Sembra incredibile, eppure proprio alle medie i più bravi sono spesso caricati di aspettative e di ansie sia dai genitori che da certi insegnanti, che vorrebbero per loro il massimo dei successi... solo il massimo. Quante lacrime ho dovuto consolare durante l'anno per un voto inferiore all'8. Mi sembrava assurdo!
Ogni minimo insuccesso era accompagnato della stessa delusione del mancato podio olimpico di Vanessa Ferrari o di Tania Cagnotto. Ma non tutti gli insuccessi sono uguali, e un atleta lo sa bene: quanto sono preziose le piccole sconfitte che si incontrano durante il percorso, perché solo tramite di esse ci si può migliorare e si può ambire ad un podio olimpico. Ma a volte, mi rendo conto, anche un atleta non riesce a sopportare l'idea di una sconfitta, soprattutto se ha raggiunto il massimo da giovane.
In questo senso, la tua vicenda è stata drammatica, ma al tempo stesso significativa. I motivi per cui è stata drammatica sono stati sotto gli occhi di tutti, anche se solo tu li conosci fino in fondo. Non voglio dilungarmi su questo, sono questioni troppo intime per parlarne davanti a tutti.
Invece vorrei sottolineare l'importanza di quanto è accaduto, perché con le tue lacrime hai dato una bella prova di coraggio. Già, se ci pensi non è da tutti ammettere i propri errori, perché significa accettare le proprie debolezze, scoprirsi dolorosamente e straordinariamente (e teneramente) umani. Finché non si cade non si impara a rialzarsi.
Allora eccomi qua a scriverti il mio piccolo grazie. Grazie per aver avuto la forza di ammettere la tua caduta, grazie per non esserti vantato dei tuoi sbagli, come qualcuno avrebbe fatto, grazie per la sincerità che hai dimostrato e per le parole che hai usato.
Mi è capitato di sentire sedicenti giornalisti moralizzanti stigmatizzare il tuo gesto riempiendosi la bocca di parole vuote come "droga" e "doping". Parole di cui, sono sicuro, non conoscono fino in fondo il significato. Tu l'hai sperimentato, con sofferenza: sapevi ciò di cui parlavi, ti sei esposto e per questo stai, giustamente, espiando. Sappi che alcuni tuoi colleghi per azioni molto più gravi hanno pagato molto meno (vedi i poliziotti coinvolti nel caso Aldrovandi).
Alex, anche se adesso senti di aver perso tutto, la tua vicenda è in realtà un bell'esempio di onestà verso se stessi, che noi insegnanti possiamo portare in classe. La tua vicenda sarà anche monito, per chi entra nel tritacarne del successo, che ti risucchia, ma è pronto a massacrarti al primo errore.
Tieni duro. Un proverbio diceva che non si può essere migliori di se stessi, ma qualcosa si può sempre salvare. Io ti auguro che questa vicenda possa significare per te un punto di svolta e di ripartenza. Già ora hai dimostrato tanto, anche se forse non te ne rendi conto.

1 commento:

  1. caro Cosimo Piovasco, ti accorgi di quanta serena maturità c'è nelle parole che rivolgi ad un tuo quasi coetaneo? e di quanta strada hai fatto nella tua vita per costruirtela? pezzo dopo pezzo, tra sconfitte e vittorie, delusioni e conquiste? la tua mamma sarà sicuramente orgogliosa di te! ;)

    monna lisa

    RispondiElimina

Creative Commons LicenseI testi e le immagini, salvo dove diversamente indicato, sono opera de "i Baroni Rampanti" e sono concessi sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5- Italia.