Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

martedì 19 febbraio 2013

Contemplazione sulle cose naturali

La ragione fonda le sue argomentazioni su prove, mentre le superstizioni e le credenze vanno avanti per diceria. Eppure talvolta la credibilità delle seconde è più dura da sconfiggere dell'evidenza delle prime. Un pensatore come Giordano Bruno è finito al rogo (il 17 febbraio 1600) per aver portato avanti le sue idee controcorrente, riguardo all'ordine naturale delle cose. Ecco un brano illuminante, tratto da "La cena delle ceneri", in cui il filosofo nolano parla delle rivoluzionarie teorie eliocentriche di Copernico (nato il 19 febbraio 1473). Un solo rimprovero muove Bruno allo scienziato polacco: troppi calcoli preferiti all'osservazione naturalistica diretta impediscono di capire che in realtà l'universo non è neanche eliocentrico, bensì senza centri. Forse era chiedere troppo, persino ad uno scienziato di quella portata!


«[Copernico] aveva un ingegno profondo, raffinato, pronto e maturo; un uomo che non è inferiore a nessun astronomo che ci sia stato prima, se non per collocazione storica e temporale. Un uomo che, quanto al giudizio naturale è stato molto superiore a Tolomeo, Ipparco, Eudosso e a tutti gli altri che hanno camminato seguendo le orme di questi; ed è arrivato a quel punto per essersi liberato da alcuni falsi presupposti della comune e popolare filosofia, non voglio dire cecità. Però non se n'è allontanato di molto; perché lui, studioso più della matematica che della natura, non ha potuto approfondire e penetrare tanto da poter di fatto togliere via le radici delle incongruenze e dei vani principi, così da sciogliere completamente tutte le difficoltà contrarie e arrivare a liberare sé e gli altri da tanti vuoti interrogativi e fissare la contemplazione sulle cose costanti e certe. Con tutto ciò, chi potrà lodare pienamente la grandezza di questo germano il quale, avendo poco riguardo della stolta moltitudine è stato così saldo contro il torrente della fede contraria? E benché quasi sprovvisto di vive argomentazioni, riprendendo quei frammenti abierti e arrugginiti che ha potuto procurarsi dall'antichità, li ha ripuliti, accostati e risaldati tanto, con quel suo discorso più matematico che naturale, che ha reso la causa, già ridicola indegna e vilipesa, degna di riguardo, di apprezzamento, più credibile della contraria e certamente più comoda e veloce per la teoria della scienza calcolatoria. Così questo alemanno, benché non abbia avuto possibilità sufficiente con le quali oltre a resistere potesse vincere, debellare e sopprimere la falsità, ha tuttavia avuto la fermezza di determinare nel suo animo e rivelare nel modo più aperto: che alla fine si deve necessariamente concludere che è più facile che questo globo si muova rispetto all'universo piuttosto che la totalità di così innumerevoli corpi -molti dei quali più splendenti e più grandi sono conosciuti- debba considerare questo globo quale mezzo e base dei loro giri e dei loro influssi, a dispetto della natura e delle ragioni che con i movimenti più sensibili gridano il contrario.»

Attenti a non cadere dall'albero troppo presto! 

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